Ospitare un/una aupair!

Ci pensavo da anni ma la pandemia ha un po’ scombussolato i piani. Finalmente eccomi qui, abbiamo iniziato ad ospitare una ragazza alla pari! In cosa consiste? In breve:

Si può ospitare un/una ragazzo/a alla pari se si ha un figlio inferiore ai 18 anni, una stanza extra a disposizione per l’alloggio, disponibilità a corrispondere un pocket money (quindi una paghetta, non uno stipendio) e vitto. La ragazza alla pari può avere dai 18 ai 30 anni, nazionalità diversa dalla famiglia ospitante, senza figli e con tanto spirito d’avventura.


Ho sempre ritenuto importante esporre mio figlio fin da tenera età alle lingue straniere e quindi mi sono messa alla ricerca di qualcuno che potesse aver voglia di venire in Sicilia, occuparsi di mio figlio per qualche oretta al giorno, vivere con noi ed essere accolti nella nostra piccola ma equilibrata famiglia! Io e mio figlio siamo un dream team che funziona molto bene, quindi era necessario trovare la persona perfetta!

Intanto la ricerca è veramente un lavoro, o meglio lo è stato per me che non mi accontento di chiunque, ma voglio la persona “giusta” a casa con noi, e il mio “giusto” è magari differente da quello di qualche altra famiglia! Ho dei parametri ben chiari nella mia testa, dai ritmi, all’atteggiamento, all’approccio con i bimbi!

Volevo davvero iniziare con la lingua inglese e, dopo aver ospitato una workawayer bilingue per due settimane (inglese/spagnolo) ed esserci trovati magnificamente, abbiamo replicato col Messico e ospitato una aupair, che si fermerà da noi per 3 mesi (il massimo consentito senza visto e per motivi turistici). Parla con Alessio in spagnolo, parla anche in inglese ma non è bilingue e quindi Alessio al momento è davvero settato sullo spanglish! E la cosa non mi dispiace affatto!

La ricerca si fa su appositi portali (il mio preferito è www.aupairworld.com) e ci si può appoggiare anche a vari gruppi facebook (sia per la ricerca che per confronti fra famiglie) che sono un pozzo di informazioni!

Ospitare/fare l’aupair ha a che fare con l’arricchimento culturale, con l’esperienza di vita, con la crescita, e non è un rapporto lavorativo.

ospiti una sconosciuta?!?” Ebbene sì. Al di là del fatto che ho sempre ospitato “sconosciuti” con Couchsurfing, anni fa, per scambio ospitalità, basato comunque sul sistema di referenze, ed essermi trovata benissimo, questa persona che arriva è un po’ meno sconosciuta di quanto si possa immaginare! C’è un profilo, un questionario che mando, referenze di famiglie precedenti, videocall e videocall, chat, persino certificato medico ad hoc. Diciamo che le mie selezioni sono certosine!

“una sconosciuta si occupa di tuo figlio?” mmm… ho sempre preferito babysitter selezionata per bene da me e trovata sui motori di ricerca lavoro, che la segnalazione della cugina della zia della vicina di casa, è più forte di me! Quindi questo non cambia… sto cercando la persona giusta per occuparsi di mio figlio q1ualche ora il pomeriggio, e se non c’è feeling, se non scocca la scintilla fra la aupair e mio figlio, amen… c’è un contratto che prevede due settimane di preavviso in caso di interruzione, e via! Ma spero di cuore di non arrivarci mai!

“una persona fissa a casa… un’ospite che resta a lungo…” intanto non la considero un’ospite! Per me è una persona che entra a far parte della famiglia e la accolgo e la tratto come tale! Il fatto tra l’altro di essere mamma single, rende ancora pù comodo avere qualcuno a casa con te, presente, se flessibile, anche per le emergenze, per una febbre improvvisa del bimbo, per un cambio di programma, per una mano extra. E se tre mesi mi sembravano già un tempo molto lungo, mi sono immediatamente resa conto che invece è proprio il tempo minimo per entrare nei ritmi della famiglia, integrarsi, supportare al 100% la famiglia ospitante, imparare a muoversi in casa perfettamente… Confesso che il pensiero di ricominciare da capo ogni volta, a spiegare, a capire, a far incastrare caratteri e vite, mi stanca! Ma ne vale la pena!

Se questa scelta è perfetta per noi mamme single, vedo che è anche una scelta molto gettonata nelle famiglie con due genitori: anziché rivolgersi ad una babysitter di zona, avere un’aupair può aprire la mente! I nostri figli avranno l’esempio di un/una giovane che viaggia per il mondo e che è indipendente, conosceremo le sue abitudini, gli usi di qualcuno che vive letteralmente dall’altra parte del mondo, impareremo una lingua e insegneremo la nostra… per noi si sta rivelando una scelta vincente! Anzi, con la prima ragazza ospitata, Juliana, abbiamo introdotto la tradizione del Thanksgiving a casa nostra, quindi penseremo a lei ogni quarto giovedì di novembre per riflettere su ciò di cui siamo grati! E con Nathaly abbiamo trascorso invece Natale e Capodanno, resterà nelle nostre foto di famiglia! E chissà cosa ci riserverà il futuro! Abbiamo appena iniziato, e l’entusiasmo non ci manca!
Fatemi sapere che ne pensate!

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